Museo della civiltà dell'ulivo

 Museo della civiltà dell'ulivo

A Trevi, all’interno del complesso museale di San Francesco, è presente un museo dedicato all’olio e alla “Fascia Olivata”.
Il Museo, voluto e realizzato dal Comune di Trevi, è dedicato alla cultura dell’olio ed alla coltura dell’olivo. 
Entrando si viene subito colpiti da un pannello dove sono riportate le 5 S che si riferiscono agli olivi e in particolare alla loro crescita e che sono:
Solo: l’ulivo è una pianta che cresce distante dalle altre piante per questo la parola “Solo” gli appartiene.
Sasso: l’ulivo per crescere ha bisogno di un terreno fermo e stabile, per questo alcuni ulivi vengono sorretti da un “Muro a secco” come ci hanno spiegato nel museo, che gli consente di crescere.
Sole: l’ulivo per crescere ha bisogno di molta luce, per questo “sole”  è la parola giusta.
Stabbio: l’ulivo per crescere forte ha bisogno di un buon concime, come abbiamo visto, il concime più utilizzato è lo stabbio di pecora e di piccione (raccolto nella torre colombaia).
Scure: l’ulivo ha bisogno di luce per questo deve essere potato per consentire la sua crescita.
Segue una sezione dedicata a Sant’Emiliano, martire cristiano e santo patrono della città che fu ucciso nel 304 legato ad un albero di ulivo che viene tradizionalmente identificato con il piantone millenario che si trova in località Bovara.
Le sezioni successive sono dedicate alle varietà degli ulivi e al paesaggio olivato.

Due plastici presentano il primo Trevi e il suo territorio immersa nel mare argenteo di ulivi che si possono incontrare tra i 300 e i 600 metri mentre a quota superiore si trova il bosco; il secondo una casa contadina con davanti orti riservati a coltivare le giovani piante d’olivo prima di essere piantate nell’oliveto, e una torre colombaia, tipica dimora contadina umbra, che serviva per la raccolta dello sterco da utilizzare come concime.
Segue una sezione dedicata alle potature dove sono presentati tutti gli strumenti utilizzati durante questa fase. Prima di scendere al piano inferiore da vedere la bella sezione dedicata agli artisti contemporanei che hanno rappresentato il paesaggio olivato: tra i nomi più celebri Norberto, Frappi e Passalacqua.
Le sezioni del piano -1 sono dedicate alla raccolta e all’estrazione.
Particolarmente interessante la ricostruzione di un antico frantoio di
fine 700
. Seguono le sezioni dedicate al magazzino dell’olio dove sono conservati grossi orci per la conservazione del prodotto, la sezione dedicata all’olio utilizzato come materiale cosmetico e come fonte di illuminazione.
Conclude la visita la sezione dedicata ai proverbi. C’erano molti aforismi e molte frasi in dialetto tra cui una che ci ha particolarmente colpito e fatto ridere “MEJO PVZZA’ DE VINO CHE DD’OJO SANTO”. 



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