Cosa è la fascia olivata?

Cosa è la fascia olivata?  



La Fascia olivata Assisi-Spoleto  è un paesaggio appenninico di oltre 90 km comprendente circa 9000 ettari quadrati che  comprende circa 3 milioni di olivi, tali da renderla una delle principali aree olivicole del Centro Italia coltivati nei 6 comuni diversi di Assisi, Foligno, Trevi, Spoleto, Campello sul Clitunno e Spello.In questo territorio sono presenti oliveti con sistemazioni a ciglioni, terrazzamenti e lunette realizzati con muretti a secco che contribuiscono a creare un paesaggio suggestivo e particolare che portano ricordi di un’Umbria rimasta indietro nel tempo.
Il risultato millenario ed irripetibile di una coltura non spontanea simboleggiato dagli ulivi che sono il simbolo di un’opera combinata tra natura e uomo. La presenza degli olivi, nel corso dei secoli, ha avuto una notevole importanza dal punto di vista culturale, artistico, architettonico, paesaggistico e idrogeologico.
La coltura dell’ulivo non è spontanea,  ma è stata insediata a fatica e protetta in maniera costante. La distribuzione degli
oliveti in Umbria non è casuale, ma strettamente legata alle condizioni ecologiche dei territori
, in analogia a quanto avviene per la vegetazione e la fauna. in località come Pale, riparata dal Sasso che la sovrasta, o Trevi, vedono il proliferare di piante non tipiche. Ma tra le unicità della Fascia olivata, poi, vanno di certo segnalate le orchidee, specie che hanno una particolare rilevanza conservazionistica 
Il paesaggio della Fascia olivata è lo straordinario risultato di una memoria del fare che si è trasmessa ed evoluta fin dall’antichità e che ad oggi rappresenta il centro della vita socio-economica del territorio, con una produzione di olio di qualità apprezzata a livello mondiale.
I sindaci dei Comuni di Trevi, Assisi, Spello, Foligno, Campello sul Clitunno, Spoleto, supportati dalla Regione Umbria, hanno, nel mese di giugno 2021, presentato.la domanda di iscrizione della Fascia Olivata Assisi-Spoleto alla Tentative List italiana per UNESCO, al fine di avviare il processo che si auspica porterà al riconoscimento dell’area quale paesaggio culturale evolutivo-vivente.

 

  

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